domenica 1 giugno 2014

Oltre il confine - Cormac McCarthy

Secondo racconto della trilogia della frontiera (unico dei tre che per ora abbia letto), Oltre il confine si inserisce nel filone dei racconti del west e appare vicino come temi ed atmosfere ai suoi primi lavori (Meridiano di Sangue, per citarne uno).
Il romanzo si divide in quattro parti che sanciscono momenti di passaggio nella vita del protagonista, Billy Parham. Billy è un ragazzo americano nella cui esistenza, dura come può essere quella del figlio di un povero allevatore nella campagna del sud degli Stati Uniti nella prima metà del ventesimo secolo, accadono, in epoca troppo precoce, avvenimenti terribili che lo portano ad attraversare più volte il confine con il Messico.
Si tratta, di fatto di un romanzo di formazione, vediamo infatti cambiare Billy nel tempo e ne cogliamo la maturazione appresa attraverso l'esperienza. Tra le tematiche che ricorrono nel racconto c'è in  primo luogo il ruolo delle scelte. Fermarsi, invertire la direzione di marcia del suo cavallo e ripartire sono gesti che non solo imprimono una svolta nella storia, ma sono il fulcro della presa di coscienza e della crescita di Billy.
Ciò che muove il ragazzo è in più riprese un imperativo, la necessità riportare qualcuno casa sua, rimettere gli eventi nel loro giusto ordine, aiutare le cose a ritrovare il loro posto nel mondo, dopo che è successo qualcosa di apparentemente irreversibile. Non è solo il tentativo "infantile" di un adolescente di negare il cambiamento, piuttosto la necessità di credere che possa esistere qualcosa di giusto nel mondo, anche quando le disgrazie provocate dall'uomo sembrano negarlo. Billy subisce gli eventi, subisce anche le scelte altrui, ma sembra voler fare il possibile per ribellarsi a questa logica ferrea che governa le cose. Ciò che Billy impara sulla vita, smorza il suo idealismo, scalfisce la sua umanità, senza tuttavia riuscire a distruggerli.
Nella prima parte del libro, secondo me magistrale, la lotta di Billy per catturare una lupa e poi per "riportarla a casa", esemplifica la fatica umana per determinare il proprio e l'altrui destino dovendo fare i conti con le violente reazioni di altre esistenze indifferenti ai bisogni e ai desideri del giovane protagonista così come a quelle di ognuno di noi.
Per me i libri di McCarthy oltre a rappresentare quanto di più bello si possa leggere ad opera di un autore contemporaneo, sono anche un'alta prova di scrittura, spesso priva di sfarzo linguistico, espressione di un lavoro di cesello e che non indugia nell'autocompiacimento. L'opinione dello scrittore sul male che compenetra il mondo, spietata e spiazzante, emerge attraverso concisi dialoghi filosofici dei protagonisti ma anche insita nello svolgimento dei fatti. Oltre il confine è una lettura a tratti poco scorrevole, che necessita attenzione, ma che lascia al lettore il piacere della scoperta di un classico moderno in tutta la sua bellezza e complessità. 

1 commento:

  1. Di McCarthy ho letto solo "La strada" per ora, ma voglio recuperarne altri, tra cui sicuramente la Trilogia della frontiera :)

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